
Definizione del tableau vivant
Tableau vivant (pronuncia tablò vivã) è una definizione francese che letteralmente significa “quadro vivente”.
Come ci suggerisce la traduzione, attraverso il ricreare una immagine o il mettersi in posa di attori, ballerini e figuranti nel tableau vivant viene evocato un quadro famoso, una scultura, una rappresentazione religiosa, una immagine celebre facilmente riconoscibile da parte dello spettatore.
Se nella scena di un film, in una pubblicità in tv o in una foto su una rivista patinata la vostra memoria visiva vi conduce idealmente al cospetto di opere d’arte, siete davanti ad una moderna forma di tableau vivant.
La scoperta del tableau come diversivo
Nell’ultimo anno, complice la pandemia, il tableau vivant ha spopolato sui social proponendo centinaia e centinaia di interpretazioni di opere e dipinti celebri, spaziando da versioni ironiche e casalinghe a certosine riproduzioni, fedelmente maniacali, delle originali.
La storia di questo genere performativo, tuttavia, così specifico eppure così aperto alla contaminazione, resta ancora sconosciuto ai più.
A questo link (https://www.tableauvivant.it/origini-del-tableau-vivant/) troverete approfondimenti sulle origini del tableau vivant che potremmo ricondurre a San Francesco di Assisi ed alla sua rappresentazione vivente della natività, datata al 1223.
Nel corso dei secoli il sacro fa spazio poi anche al profano, il tableau celebra le “prese di possesso” dei signori e, indirettamente, la nascita del teatro moderno, per poi incontrare l’eros presso le corti europee nell’800.
Seguono le sperimentazioni e i richiami del tableau vivant nel cinema, nella fotografia, nel teatro a partire dai primi del 1900 fino ad arrivare ai social e al culto delle immagini filtrate e ritoccate del contemporaneo.
Il corpo nel tableau vivant
In tutte queste diverse forme ed espressioni ciò che resta centrale nel tableau vivant è il corpo, la materia vivente, il materico che si presta all’immagine.
Nel rapporto tra la fisicità del corpo e la sua rappresentazione è interessante notare come chi realizza il tableau vivant, da un lato gioca con il proprio ruolo immaginifico, aderisce ad una immagine da incarnare attraverso il travestimento, la posa, lo studio della mimica e si mostra così attraverso vesti che si fanno simbolo di un’altra identità; dall’altro lato compie tutto ciò mettendo in scena il proprio corpo, sottoposto ad immobilità forzata, su cui si posa lo sguardo dello spettatore.
Il tableau vivant per noi
Il tableau vivant, medium espressivo al confine tra performance ed arti visive si presta a diverse elaborazioni.
Nella nostra personale ricerca, iniziata nel 2005, il tableau è totalmente scardinato: l’interpretazione del personaggio è assente ed il fermo immagine rappresenta solo la restituzione di un lavoro che indaga il movimento, il campo opposto a quello della posa.
Il tableau è dunque per noi “vivo” proprio perché è un momento di stasi in un fluire continuo di corpi ed oggetti in movimento.
In questa ricerca, che conduciamo con dedizione ed impegno, ci poniamo sul solco di chi, prima di noi, ha intrapreso questo cammino e percorriamo la nostra strada portando negli occhi, sulla pelle e dentro il nostro respiro il lavoro immenso di innumerevoli artisti tra cui Bill Viola, Angelica Liddell, Vanessa Beecroft, Luigi Ontani (vi invitiamo a scoprirli se non li conoscente) e, su tutti, Pier Paolo Pasolini con la Ricotta.