Tableau Vivant e fotografia nel passato
Spesso nel passato la tecnica del tableau vivant e la fotografia si sono relazionate tra loro. I motivi sono vari ma, sicuramente, la necessità di pose lunghe per realizzare le prime fotografie del diciannovesimo secolo, imponeva di strutturare e studiare la messa in scena del soggetto da immortalare. A testimonianza di quanto detto, molti sono gli esempi di artisti/fotografi che hanno utilizzato il tableau per realizzare opere fotografiche. Nell’800, ad esempio, l’artista svedese Oscar G. Rejlander realizzò una grande fotografia che rappresentava le differenze tra vizi e virtù, dal titolo “Due modi di vivere” e che si può vedere in apertura del blog. Per approfondire l’argomento a questo link si possono vedere diverse opere di Rejlander nell’archivio del Paul Getty Museum.
Il pittorialismo
Alla fine dell’800, quando alla fotografia spesso non veniva dato il riconoscimento di disciplina artistica, si sviluppò un movimento, il Pittorialismo, che aveva come scopo quello di dare valore espressivo ed artistico a questa tecnica, portandola alla pari di altre forme d’arte visiva come la pittura o la scultura. Per capire il clima di scetticismo che aleggiava intorno alla fotografia basti riportare le parole di Charles Baudelaire che nell’opera Salon de 1859 (1859) scriveva:
L’industria fotografica è il rifugio di tutti i pittori mancati.
«Giacché la fotografia ci dà tutte le garanzie d’esattezza che si possono desiderare (credono questo, gli insensati!) l’arte è la fotografia».
Con il pittorialismo fu introdotta l’idea di riportare il più possibile la fotografia all’iconografia tradizionale pittorica. E’ dunque con questo presupposto che il tableau vivant e la fotografia si incontrano.
Gli artisti del pittorialismo
Molti sono gli artisti che aderirono a questo movimento. Tra i tanti bisogna ricordare Henry Peach Robinson e Oscar Gustave Rejlander. Menzione a parte merita Julia Margaret Cameron, prozia materna Virginia Woolf, che si avvicinò alla fotografia tardi ma che può essere considerata una pioniera. Si concentrò molto sui ritratti utilizzando spesso la tecnica del tableau vivant per dare valore estetico alla foto. Di seguito alcune sue opere:
Il tableau vivant e la fotografia nel XX e XXI sec.
Molti artisti, sia performer che fotografi, nel XX che nel XXI secolo hanno esplorato le possibilità dell’utilizzo della fotografia in connessione con la tecnica dei tableaux vivants. A conferma di quanto detto basti pensare alla lunga serie di fotografie di Luigi Ontani che ritraggono lui stesso in pose ispirate a quadri o iconografie celebri. Ancora il lavoro di Vanessa Beecroft, di cui già abbiamo parlato a questo link Cosa è il Tableau Vivant, o Matteo Basilé, sperimentatore della scena artistica che con la computer art ha ampliato gli orizzonti della sperimentazione fotografica.
Il tableau vivant ai tempi del coronavirus
Per arrivare ai giorni nostri, nel momento in cui nel mondo è esplosa la pandemia da Covid-19 e ognuno di noi è rimasto costretto in casa per salvaguardare la propria salute, il Getty Museum ha dato vita ad un’operazione di grande successo lanciando una challenge che invitava il pubblico a vestire i panni dei maggiori artisti di tutti i tempi per reinterpretare acquerelli, pitture, graffiti (e molto altro) con oggetti di uso comune. L’idea, nata ispirandosi al seguitissimo profilo instagram di Tussen Kunst & Quarantine, in pochissimo tempo ha fatto il giro del web, raccogliendo consensi e approvazione in tutto il mondo.
Il segreto di questa operazione secondo me è intrinseco alla tecnica del tableau vivant: la semplicità e la facilità di accesso all’arte che dà a tutti. Se questo poi lo associamo alla velocità con cui ormai scattiamo le fotografie con i nostri smartphone, il gioco praticamente è fatto!