Teatri 35 lavora dal 2005 alla tecnica del tableau vivant, portando in scena le opere di Caravaggio e altri celebri pittori in Italia e all’estero.

Nei nostri tableaux vivants il suono muove il gesto, il gesto crea l’immagine, l’immagine incarna la musica

Teatri 35 ha sede a Napoli, ma svolge la sua attività artistica in tutta Italia.

 

I Venerdì di Ercolano 2023

I Venerdì di Ercolano 2023

I VENERDI DI ERCOLANO 2023

Cibi condimentum esse famem, potionis sitim

(Marco Tullio Cicerone, De finibus bonorum et malorum, II.)

 

messa in scena Teatri 35

di Gaetano Coccia, Francesco Ottavio De Santis, Antonella Parrella

e con Gaetano Coccia, Francesco Ottavio De Santis, Silvana Pirone, Rossella De Martino, Sofia Celentani Ungaro,  Silvia Del Zingaro, Martina Mirco, Giuseppe Fedele, Paolo Blasio, Andrea Loffa, Adriana Del Duca,

 

visite guidate, passeggiate notturne e performance

 

in collaborazione con

PARCO ARCHEOLOGICO DI ERCOLANO e FULL HEADS

i Venerdì di Ercolano

 

Anteprima riservata alla stampa il 14 luglio ore 20.30 

guida d’eccezione il Direttore Francesco Sirano

 

Parte il 14 luglio il ciclo di aperture serali del Parco Archeologico di Ercolano de I Venerdì di Ercolano 2023”, i percorsi notturni di visite guidate con una serata dedicata alla stampa con visita in anteprima.

Le esperienze serali offrono percorsi accompagnati al sito vestito di luce tra gli incanti della città antica arricchiti dalle performances teatrali di Teatri 35 e l’edizione 2023 sarà dedicata a Cibo e alimentazione con un tour che condurrà i visitatori in un viaggio nelle abitudini degli antichi ercolanesi.

nota di regia

 

Teatri 35 per l’edizione 2023 de “I Venerdì di Ercolano” ha pensato insieme alla Direzione del Parco Archeologico di realizzare un itinerario lungo il quale il pubblico incontrerà i personaggi che hanno animato la vita ercolanese prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 D.C. Tutte le storie e i personaggi che il pubblico incontrerà lungo il percorso racconteranno storie legate alle abitudini culinarie e alimentari degli abitanti della vecchia città di Ercolano.

Cosa avremmo trovato sulle tavole dei ricchi Ercolanesi o altrimenti nei diversi thermopoli sparsi per la città?

La terra:

Sicuramente vino e olio, prodotto lungo le fasce collinari, particolarmente adatte alla coltivazione della vite e dell’olivo.

I rilievi circostanti, quali il Vesuvio e i Monti Lattari, a loro volta dovevano essere fonte di approvvigionamento, oltre che di legna, anche di selvaggina, quali caprioli, cervi e cinghiali.

Le coltivazioni di frutta, che dovevano essere praticate su vasta scala: noci, noccioli, castagni, mandorli, melograni, fichi, ciliegi, peschi, meli e peri. La frutta era non solo un apporto nutrizionale importante alla dieta, sia fresca che essiccata o conservata in composte, ma veniva utilizzata anche come dolcificante e dalle mele si ricavavano l’idromele e il sidro.

La pianura era destinata soprattutto ai vitigni e alle colture orticole, particolarmente produttive: cipolle, agli, porri, carciofi, cavoli, zucche e zucchine, lattuga e menta. Particolarmente diffusa era la coltivazione dei legumi: ceci, lenticchie, piselli, il favino, i lupini e anche i fagioli dall’occhio.

Tra la pianura e la collina avveniva l’allevamento, soprattutto quello dei suini era sviluppato su larga scala, ma anche in piccole stalle (Villa della Pisanella a Boscoreale, Villa Regina). Infatti, la carne di suino sottoforma di salsicce e prosciutti è raffigurata spesso nelle pitture pompeiane.

L’allevamento:

L’allevamento dei bovini era finalizzato a produrre soprattutto forza lavoro per le attività pesanti: l’aratura, il traino di carri. Ma era importante anche per la produzione del latte e dei formaggi e, nei rari casi in cui si uccideva un bovino, per la pelle trasformata in cuoio.

I cavalli, gli asini e i muli erano esclusivamente forza lavoro, come mezzo di locomozione e di trasporto e, nel caso dei muli e asini, anche per i mulini. Il latte d’asina era utilizzato in cosmesi. Un altro allevamento diffuso era quello di pecore e di ovini, che fornivano latte, carne, pelli, ossa, letame, e soprattutto la lana per i tessuti, di cui Pompei era un importante centro di produzione e di commercio.

L’allevamento più diffuso era però quello del pollame, che assicurava carne e uova. Era praticato anche l’allevamento delle api, fondamentale per la produzione del miele, utilizzato come dolcificante, per la cosmesi e per preparare la superficie scrittoria delle tavolette cerate (negli scavi sono stati trovati sial miele che favi, oltre che anfore che contenevano miele, come indicato dalle iscrizioni). Infine, esistevano allevamenti peculiari come quello dei ghiri, dei conigli e dei volatili, considerati come cibi prelibati.

Il mare:

Altri protagonisti dell’economia vesuviana erano il mare e la costa. Innanzi tutto va ricordato che la fertile pianura pompeiana era attraversata dal fiume Sarno, all’epoca navigabile e pescoso. In prossimità dell’ampia foce, si aprivano acquitrini e bacini salati, preso i quali vennero impiantate le saline di Pompei, che Columella chiama Salinae Herculae. Le attività produttive che si svolgevano lungo la costa erano legate alla pesca, alla raccolta di molluschi, al commercio via mare, alla trasformazione del pesce (produzione di pesce salato e di garum), all’estrazione del sale, alla raccolta di piante palustri e costiere per vari usi, alla pesca del corallo, dei murici, dai quali si ricavava una particolare tinta, la porpora, e della pinna nobile (un mollusco bivalve marino). Dai filamenti secreti da questo mollusco bivalve marino, si ricavava il bisso, una sorta di seta marina, particolarmente pregiata.

A queste produzioni si aggiungevano la commercializzazione e il consumo di prodotti importati:
il vino, proveniente da altre zone della penisola italiana, ma anche da Creta, da Rodi e dalla Spagna; l’olio della Betica e, forse ancora in minima parte, del nord africa; il garum spagnolo.

Tra i frutti, venivano importati i datteri.

Le spezie erano considerate un prodotto di lusso quelle provenienti dall’Asia e dalla Africa Nord Orientale (coriandolo, anice stellato, zafferano, timo, cannella, pepe, noce moscata, sesamo e papavero).
Il sale era spesso aromatizzato con erbe e semi piccanti, il pesce era conservato sotto sale e aromi, tra cui cumino, menta e pepe.

 

descrizione delle scene e dei personaggi de “I Venerdì’ di Ercolano 2023”

 

PRIMA SCENA

luogo:

Area Sacra – Sacello

musica:

Synaulia – Lyra et Cithara

durata 2’30

TABLEAUX VIVANTS ispirati alla figura di Venere

 

Genitrice della stirpe di Enea, gioia di uomini e dei, Venere che dai la vita, che sotto gli astri scorrenti del cielo rendi popoloso il mare colmo di navi e la terra fertile di messi, poiché ogni genere di viventi nasce da te e, sorta, contempla la luce solare: te, dea, te fuggono i venti, te e la tua avanzata il cielo nuvoloso, per te la terra industriosa fa sgorgare fiori, per te sorridono le vaste superfici del mare e, placato, splende il cielo di una diffusa chiarezza.

Lucrezio De Rerum Natura, Libro I, v.v. 1-9.

Il pubblico incontrerà la Venere che veniva venerata ad Ercolano come portatrice di fertilità e abbondanza, ma anche protettrice dei naviganti e del mare.

testo:

Lo sentite? E’ il mare. Non si ferma mai! Continuo a sentirlo nelle mie orecchie.
Come le voci dei marinai che lo hanno solcato e quelle delle donne che sono venute qui. Continuo a sentirle! Non si fermano mai!
Sapete cosa vorrei? Vorrei qui intorno a me coloro che mi hanno invocata. Li ricordo tutti.
Ricordo Vibidia Saturnina, il profumo delle sue rose, del latte, del miele e dell’ambra grigia.
Ricordo Gennaro (Ianuarius) , le inscrizioni amorose che ha lasciato qui, le libagioni, i vasi rituali.
Sento le voci festanti dei Venerei, il profumo delle pietanze provenire dalla culina, i giardini esotici, le palme.
Il vento sta cambiando!
Andate, calate in mare la vecchia nave.
Mollate gli ormeggi ed issate le vele!

 

SECONDA SCENA

luogo:

Casa dei Cervi

musica:

Carlo Rustichelli – Sarabanda allegra

durata 4’05

 

Il pubblico incontrerà la Celer servo di Granius Verus, il ricco proprietario della casa dei Cervi.

La storia racconta che Lucio Papirio Peto  invia una lettera all’amico Granius Verus in cui gli anticipa che quella sera sarebbe venuto a cena da lui Marco Tullio Cicerone.

Il pretesto serve per raccontare quali erano le abitudini alimentari dei romani e quali pietanze mangiassero prevalentemente.

Nel racconto si fa riferimento anche a delle pagnotte che sono state rinvenute carbonizzate nella casa dei Carcinogena e sulle quali c’era impresso il marchio dello schiavo Celer.

testo:

Signori e signore, prima di tutto, salute! Auguro a voi e, se permettete, anche a me buon appetito!!! Ehm volevo dire benvenuto!!
Chi sono? La gente qui mi ha dato il nome di Celer!
Bella questa casa vero? La casa dei cervi.. via di Nettuno Herculaneum!! Io onestamente da questi cervi non me ne vado perché il padrone mi tiene stretto a lui con la pappatoria!!!
Finché mi darà da pappare e trincare a volontà, potete giurarci che non la taglio la corda, fosse anche in gioco la mia testa!

Uh guardate che cosa c’è? Una missiva! Una missiva!!
Vediamo un po’ a chi spedisce: Q. Granius Verus. Giusto al mio cervo!! Due cervi!! Tre cervi!!! Quanti cervi stanno in questa casa? Uno…il mio padrone!!!
Si ma chi è il mittente? Chi è?
Lucio Papirio Peto.
Ma leggiamo:

Caro Granius Verus,
volevo avvisarti che domani verrà a cena da te Marcus Tullius Cicero!!! Cicero pro domo tua!!

Per Bacco baccone! Cicerone!!!

Prepara per la gustatio: uova, insalata, funghi, olive, crostacei, salsicce, cetrioli, tartufi e vicino un bel litro di mùlsum.
Per prima mensa: murena, triglia, orata, grongo, gru, pavone, fenicottero, pappagallo, carni di manzo, agnello, maiale e abbondante garum.
Per secunda mensa: nocciole, prugne, ciliegie, uva, fichi e datteri.
Il tutto fallo terminare con un’abbondante commissatio in cui Cicerone potrà bere litri di falernum.
Infine mi raccomando non dimenticare il pane!!
Tuo Lucio.

Il pane!!! Eh non ne abbiamo pane in casa!! Devo avvisare Sextus Patulcius Felix e gli devo ricordare di preparare 10 pagnotte. E sul pane deve mettere il mio marchio: Celer !
Presto! Presto!

TERZA SCENA

luogo:

Pistrinum e Bottega di Sex Patulcius Felix

musica:

Piero Piccioni – I valzer imperiali

durata 3’52

TABLEAUX VIVANTS ispirati a mosaici raffiguranti panettieri

Il pubblico incontrerà Sextus Patulcius Felix, proprietario della panificio più importante di Ercolano dove sono state trovate grandi quantità di grano carbonizzate.

Nel racconto Sextus è orgoglioso di preparare il pane per Cicerone ma purtroppo scopre di averlo bruciato. Menzione particolare viene fatta alla fossa settica dove gli archeologi negli anni hanno scoperto importantissime informazioni su come e cosa gli ercolanesi mangiavano.

testo:

Se qualcuno venisse a conoscenza della mia ricetta del pane, diventerei un pistor placentarius povero!
Come faccio io il pane ad Herculaneum non lo fa nessuno!!
Ed è per questo che Celer ha chiesto a me di prepararlo per il loro ricco ospite!!
Fin dalla sua nascita l’uomo riceve dallo stomaco l’ordine di mangiare almeno tre volte al giorno per recuperare le forze che il lavoro o più spesso l’ozio gli tolgono: la mattina jentaculum, il pomeriggio il prandium e infine la coena.
Ed è alla coena che la golosità, come quella di Lucullo e di Orazio, si scatena!!!
Si, è alla coena che l’anfitrione Granius Verus sente il bisogno di riunire a casa sua tutti gli amici.
E’ proprio alla coena che i ghiottoni di pane si scatenano.
E’ stasera che devo consegnare il pane a Celer!!!
Dea Fornax proteggimi tu, non mi abbandonare e accogli le mie offerte e le mie preghiere.
Cave Canem, Cave Canem, in hoc signo vince, ubi maior minor cessat est…est…est!!! Bha!!
Per tutte le fornaci e i Fornicalia!!! Ho bruciato tutto il pane!!! Tutte le dieci pagnotte!!! Non si è salvato nulla!!
E si legge ancora il marchio!!
Che faccio adesso? Sono rovinato!!
La fossa!! La fossa sotto l’insula3 vicino la palestra!! Lo vado a gettare lì!! Tanto nessuno se ne accorgerà.
Lo getto insieme a tutti i noccioli di oliva che servono per accendere i forni e a tutti gli scarti di grano e orzo, che uso per fare le pagnotte.
Si lo vado a gettare!!

QUARTA SCENA

luogo:

Casa dei due atri

musica:

Nicolas-Charles Bochsa – Etude in A Major

durata 3’31

Il pubblico incontrerà Herennia Tertia, ultima proprietaria della casa. E’ una poetessa e affida agli spettatori le sue parole quasi come se sapesse che di lì a poco la montagna esploderà e distruggerà tutto. In questo racconto si fa riferimento al miglio con cui veniva fatto il pane nelle case ercolanesi e che è stato trovato in gran quantità sotto questa abitazione. Inoltre si fa riferimento al portamonete che è stato ritrovato e che è esposto alla mostra Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano.

 

testo:

La vita passa come un’ombra e prima o poi tutto sarà cenere.
Merita una poesia:

Il servo ed il ricco
Il tempo del grano
Venere inebria
Il vezzo del vano.
Di cenere il pane
Di foglie il piretro
Il sale cancella la missiva di Peto.

Cosa voglio dire? Che il fornaio avrebbe fatto bene ad usare ingredienti poveri, così la sua superbia non l’avrebbe messo in ridicolo e la sua fatica ripagata.
A casa mia per fare il pane si usa il miglio , le erbe aromatiche ed il sale. Per questo il mio portamonete è vuoto.
Le poetesse muoiono, ma che importa: la poesia resta! Se fossi ricca come Granius Verus vi lascerei un podere o una nave, ma vi posso fare eredi solo di quello che ho avuto io. Vi lascio la poesia, vi lascio le stagioni, soprattutto la primavera e l’estate, vi lascio il vento, il sole, e anche il mare che è buono. E anche la terra, la montagna è buona. E le grandi nuvole che passano solenni e leggere. Voi un giorno le guarderete e forse vi ricorderete di me.
Vi lascio il canto dei marinai, che è la musica più armoniosa, e vi affido a Venere, figlia della luce e del cielo.

 

Info:

Biglietti

I Venerdì di Ercolano

 

Rassegna stampa:

https://www.napoliclick.it/new-portal/napoliclick/arte/ripartono-i-venerdi-di-ercolano-visite-guidate-notturne-con-performance-teatrali

“I Venerdì di Ercolano” ritornano al Parco Archeologico nelle sere d’estate: il tema è il cibo e l’alimentazione degli antichi

https://www.ilmattino.it/napoli/area_metropolitana/ercolano_napoli_i_venerdi_di_ercolano_parco_archeologico-7521790.html

http://www.lapilli.eu/3.0/agenda/4592-ripartono-i-venerdi-di-ercolano-con-il-sito-vestito-di-luce-e-performances-teatrali-dal-21-luglio-i-percorsi-serali-del-parco-archeologico

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Gaetano Coccia. Attore e Performer. Inizia la carriera professionale formandosi e lavorando per l’Escuela de Actores de Canaria (Spagna). Dopo aver seguito laboratori intensivi con Danio Manfredini, Pierpaolo Sepe, Alfonso Santagata, Alfonso Benadduce, entra a far parte della compagnia Malatheatre. Ha lavorato per la Rai nelle serie televisive “Un posto al sole” e “La squadra”. Attualmente fa parte della compagnia Teatri 35 di cui è presidente e cofondatore.