Teatri 35 lavora dal 2005 alla tecnica del tableau vivant, portando in scena le opere di Caravaggio e altri celebri pittori in Italia e all’estero.
Nei nostri tableaux vivants il suono muove il gesto, il gesto crea l’immagine, l’immagine incarna la musica
Teatri 35 ha sede a Napoli, ma svolge la sua attività artistica in tutta Italia.
Nei nostri tableaux vivants il suono muove il gesto, il gesto crea l’immagine, l’immagine incarna la musica
La nostra sperimentazione sulla tecnica del tableau vivant nasce da un lavoro di ricerca in cui le arti visive, la musica e il teatro si contaminano fondendosi in una performance.
In realtà il tableau vivant è una modalità espressiva antica. Nata nel ‘700 si è sviluppata in Europa nei primi anni del ‘900. Fu adoperata in seguito da diversi artisti, tra cui Pasolini, come testimonia il mediometraggio “La Ricotta” tratto da Ro.Go.Pa.G.
Soprattutto la musica è centrale nella nostra ricerca: è il nostro testo, è la nostra drammaturgia.
In particolare arrivare alla rappresentazione del quadro non è il fine. Ciò che viene ricercata è una modalità di lavoro in cui il corpo è uno strumento, come una stoffa o un cesto. Per quanto riguarda il performer, in scena compie azioni sonore. Queste ultime sono inserite in una partitura musicale in cui ogni gesto è in funzione di una meccanica, un ingranaggio in cui ciò che viene eseguito è strettamente necessario. Nulla è lasciato al caso e nulla è superfluo. La dinamica della costruzione trova il suo equilibrio nella sospensione musicale di uno stop, nel fermo immagine di un’azione in divenire che costringe il corpo a una tensione muscolare viva e pulsante.
Così nei nostri tableaux vivants Caravaggio, con le sue opere, è stato determinante. Caravaggio ha fatto scuola ed è stato l’innesco di una dirompente creatività, già negli artisti a lui contemporanei: da Battistello Caracciolo a Jusepe de Ribera, da Massimo Stanzione a Bernardo Cavallino e ancora Mattia Preti e Andrea Vaccaro. Nelle nostre performance di tableaux vivants i suoi dipinti più celebri, come la Madonna dei Pellegrini, Giuditta e Oloferne, le Sette Opere di Misericordia, si compongono sotto l’occhio dello spettatore coinvolto in un’esperienza mistica e sensoriale.
La performance sui Tableaux Vivants “Per Grazia Ricevuta” affonda le radici in un’esperienza laboratoriale di svariati anni che pone al centro il corpo dell’attore.
Arrivare alla costruzione del quadro non è il fine; ciò che viene ricercata è una modalità di lavoro in cui il corpo è semplice strumento, un mezzo alla pari di una stoffa o di un cesto. Il singolo attore in scena compie azioni sonore, azioni inserite in una partitura musicale in cui ogni gesto è in funzione di una meccanica, di un ingranaggio in cui ciò che viene eseguito è strettamente necessario.
" Lame, frutti e odore d’incenso"
"Il silenzio sacrale profanato dal ritmo della costruzione"
"Dipingere la musica, ascoltare la pittura"
"Morbidi drappeggi e muscoli tesi"
"Attori come attrezzisti, scenografi e modelli del pittore"